Riceviamo e pubblichiamo volentieri una notizia che riguarda l’indirizzo di Fashion Design del Liceo Artistico di Pesaro. Non è la prima volta che allievi dell’istruzione artistica italiana e pesarese si fanno valere nel mondo del lavoro creativo e dell’arte. Forse non c’era bisogno di una “Buona Scuola” per ottenere risultati importanti nel campo delle formazione artistica come è avvenuto anche quando le scuole dell’arte applicata si chiamavano Scuole d’arte o Istituti d’arte: forse anche meglio allora di oggi, svilite come sono da una licealizzazione imposta ma non condivisa da riforme azzardate e superficiali.
Giuseppe Campagnoli
14 Dicembre 2016
“Sabato 3 Dicembre scorso si è tenuto un incontro tra tutte le classi dell’Indirizzo Fashion Design e Andrea Orazi un ex allievo uscito dalla scuola nel 2005. Diplomato presso l’allora Istituto d’Arte Mengaroni lo studente ha proseguito gli studi presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA) conseguendo il titolo “diploma di laurea di alta formazione artistica”. Successivamente ha insegnato all’Istituto Europeo di Design (IED) per poi approdare alla Maison Versace di Milano dove attualmente è corresponsabile (prèmiere d’atelier) della linea abiti da sera, nunziali e tutti i capi di alta moda Della maison. Durante la riunione, alla presenza delle insegnanti dell’ex studente Prof. Cinzia Paccaroni e Maria Massa ed alle altre insegnanti della sezione Barbara Billi e Cristina Vecchioni, Andrea Orazi ha raccontato il suo percorso di formazione e lavorativo addentrandosi nelle pieghe delle modalità di lavoro e di relazione all’interno di un atelier di alta moda così famoso e prestigioso. Gli studenti, affascinati dalla sua disponibilità, competenza e dalla sua passione, hanno posto domande e chiesto di approfondire alcuni aspetti che li coinvolgevano particolarmente finanche al dettaglio personale. Il messaggio è stato che solo con umiltà, determinazione, onestà e lavoro si può realizzare il sogno della moda e che le nostre scuole, a dispetto di tutto, sono ancora solide ed efficaci”
Curiosità e coincidenze in rete: insieme al logo del Liceo Mengaroni di Pesaro di cui abbiamo trattato nel precedente post, anche il Comune di Pesaro in Dicembre 2014 ebbe la sua saga artistica. La creatività non ha limiti? Telepatia o affinità elettive? Epigoni o citazioni? Plagi o burle? C’è forse in corso un gemellaggio con le tre Venezie? Ma l’amore, che fa rima con cuore, sottinteso o esplicito c’è sempre!
Giuseppe Campagnoli ultimo aggiornamento 3 Marzo 2015
Ecco i quattro loghi “fratelli” tra Marche, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Veneto
Tra la terra il cielo
Una chiosa da un commento in rete:
Il rischio di plagio nell’artista in genere diminuisce in funzione della sua preparazione e della sua formazione. Chi si improvvisa artista senza alcuna scuola cade più frequentemente nella copia e nel plagio. Quando si progetta occorre fare preliminarmente una approfondita ed ampia analisi storica e iconografica, una ricognizione documentale, un ricorso al proprio solido bagaglio culturale (oggi il web, se ben usato è uno strumento preziosissimo, specialmente se si adoperano le webquest). Un musicista ad esempio più ascolta i classici e la musica contemporanea più riuscirà ad orientarsi verso lidi originali e ad evitare di copiare platealmente. La citazione e l’ispirazione da allievo di un maestro sono un’altra cosa. La frase abusata che dice pressappoco “Chi imita è un buon artista, chi copia è un geniale artista” credo sia stata inventata dai plagiatori di professione!!! Per vaccinarsi contro ogni pericolo è necessario conoscere,studiare, leggere,vedere, conoscere,conoscere! Ciò che ho scritto sopra vale per chi sia in buona fede. Per chi invece è in mala fede il discorso è decisamente un altro. Nell’analfabetismo di ritorno ci sono compresi anche gli epigoni, i plagiatori e i copisti!
Giuseppe Campagnoli aggiornato il 3 Marzo 2015 ore 9,50
Il contesto. Si dice spesso, a ragione, che occorre “fare rete” e sistema. Gli altri paesi in questo campo ci stanno superando di gran lunga anche nel campo della formazione artistica. La stessa Claudia Ferrazzi, nostra eccellenza in campo artistico, già al Louvre e ora Segretario Generale dell’Accademia di Francia a Roma, lo ha ripetuto più volte: senza sinergie e networks non si può fare nulla in campo culturale. La cattiva abitudine tutta italiana dell’ognuno per sé ha prodotto drammatici risultati. Ho scritto molto di educazione all’arte e di istruzione artistica con interventi su La Stampa, su Edscuola, su Education2.0 ed altri media per sollecitare il dibattito intorno al depauperamento dell’educazione ad uno dei linguaggi più importanti per la formazione della persona e per l’economia del nostro paese e del mondo intero. Nell’ambito dell’Associazione nazionale ArtemDocere, di cui faccio parte, si è costituito un gruppo che si sta occupando di elaborare un documento sulla formazione artistica dopo aver inviato un organico dossier al Ministero che già, in qualche parte dei suoi documenti programmatici, pare aver considerato.
Il fatto, i protagonisti, le idee. Recentemente ho ricevuto, come tanti altri destinatari, un invito per un convegno sull’istruzione artistica ” Da ISA a Liceo: 4 anni di esperienza” organizzato dall’Associazione degli ex studenti degli istituti d’arte (Essia) e dal Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro per il prossimo 8 Novembre. Ho chiesto, a nome di ArtemDocere di poter contribuire con un intervento ufficiale per presentare sinteticamente i risultati del nostro dossier e prospettare delle strade da percorrere in una comune strategia, con lo scopo di non disperdere energie e risorse. Una tale sinergia garantirebbe di conseguire risultati più solidi nel campo della formazione e dell’istruzione artistica per curare tutto il campo invece di singoli sparuti orticelli. Si recupererebbe così il terreno perduto, scongiurando i tentativi al “divide et impera” governativi per proporre il potenziamento degli insegnamenti storico-artistici, progettuali, del design, del disegno e delle arti applicate in un progressive learning, dai percorsi comuni del ciclo primario e secondario, fino a quelli specializzati del ciclo superiore, in stretto contatto con il mondo del lavoro. Non si tratta infatti di realizzare percorsi di serie A e di serie B ma un sistema pariteticamente duale, costruito su curricula paralleli, egualmente dignitosi e mirati alla formazione equilibrata dell’individuo così come alle professioni dell’artigianato artistico o a quelle, a livello universitario, della progettualità, del design, della musica e della storia dell’arte.
Gli esiti. Ci spiace constatare invece come la nostra proposta di intervento sia stata relegata al dibattito generico di fine giornata con una motivazione basata sulle esigenze di snellezza del convegno.
Gli interrogativi. Ci chiediamo allora: ma non si dovrebbe parlare di scuola, di riforme e di istruzione artistica? Qualcuno sa quello che ArtemDocere sta facendo ed ha fatto finora in questo campo? Qualcuno conosce i risultati di condivisione che ArtemDocere ha raggiunto anche presso chi decide dei destini della scuola italiana? Ma davvero si vogliono riproporre tout court gli istituti d’arte seppure in chiave moderna ma con i pregi e i difetti che pure storicamente avevano? Non sarebbe meglio rifondare tutto il sistema dell’educazione ai linguaggi artistici e quello della formazione ed istruzione artistica facendo tesoro degli errori del passato e delle esperienze virtuose storicamente assodate?
Le riflessioni. Mi duole dire, a questo punto, che sta accadendo lo stesso fenomeno di quando tentai invano nel 2010 di coinvolgere le scuole artistiche in una rete editoriale che poteva coagulare l’opinione pubblica, gii esperti e gli amministratori, rileggendo una storia eccezionale di cultura e di talenti, verso la ricostruzione ed il rilancio dell’insegnamento delle arti. Non c’è ancora, ahimè per la scuola, per l’arte e per l’Italia, nelle piccole e nelle grandi, significative contingenze, niente di nuovo sotto il sole.
Moda e Liberty: interpretazioni stilistiche contemporanee
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 12 ottobre 2014 con questi orari:
venerdì, sabato e domenica dalle 17 alle 19; venerdì e domenica dalle 21 alle 23.
La mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune di Pesaro, del Consiglio di “Quartiere n. 3 delle colline e dei castelli” e dell’Associazione “Titanus”. Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito web della Pro Loco di Candelara: http://www.candelara.com.