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Costruire scuole tra Pesaro e Montelabbate.Perseverare…

Non più edifici scolastici per il futuro. Almeno non costruiamone di nuovi. Le occasioni perdute.

 

Il nuovo reclusorio scolastico a Pesaro. Propaganda.

 

A Montelabbate (PU) si demoliscono e si ricostruiscono scuole su scuole…

Sulla stessa scia del persevereare diabolicamente a costruire nuovi reclusori scolastici,  magari per poi vantarsene in improbabili seminari o kermesses elettorali, come accaduto in quel di Pesaro e altrove, si muove anche il comune di Montelabbate amministrato, contrariamente al capoluogo, dal “nuovo che avanza” ovvero il classico rovescio della stessa medaglia. E’ proprio di oggi, trovato nella cassetta delle lettere (di ritorno da un convegno sulla educazione senza mura!) l’avviso con allegata piantina decifrabile con grande affanno da un profano e forse anche da un addetto ai lavori, della modifica della viabilità che affliggerà il quartiere per mesi , se andrà bene, con i disagi, i danni e i pericoli ben arguibili ma sicuramente minori di quanto succederà con l’edificio scolastico re-incastrato nella medesima infelice posizione. La municipalità, con la scusa (valida?) degli adempimenti sulla  vulnerabilità sismica, ha intrapreso  la strada della demolizione del vecchio edificio scolastico di scuola primaria (che forse avrebbe potuto essere anche riutilizzato in altre funzioni di aggregazione sociale di cui si sente la mancanza) per costruirne un’altro nuovo sullo stesso sito (sic!) da tempo problematico, urbanisticamente asfittico e non proprio rassicurante in fatto di sicurezza. Certamente  non hanno letto il nostro racconto sulla Città educante  ma nemmeno il libro  “Educazione diffusa. Per salvare il mondo e i bambini” pubblicato a firma anche di un loro sodale parlamentare.  Una delle delibere approvate recita, si fa per dire, che si tratterebbe addirittura di un intervento “che tiene in considerazione le moderne linee guida per la progettazione di una scuola innovativa”! Non ho altro da aggiungere all’evidenza deprimente dei fatti se non invitare gli ineffabili amministratori, come feci per quelli di Pesaro che analoga, pessima cosa stanno facendo, a studiare e studiare ancora sulle cose di scuola e riflettere sulla opportunità di percorrere strade che siano veramente innovative e approfittare per avviare una virtuosa fase di transizione verso la città educante del futuro proprio come scrive nel suo libro insieme al mio amico Paolo Mottana, il loro amico Luigi Gallo. Ma temo che ora sia troppo tardi. Così vedremo un bel reclusorio scolastico governativo e un bel reclusorio scolastico d’opposizione. Sic transit gloria et sapientia mundi per la gioia dei “cittadini” contenti e gabbati.

Giuseppe Campagnoli 1 Settembre 2017

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Mentre ad Urbino, Monza, Milano e altrove qualcosa si muove…

 

Giuseppe Campagnoli architetto, già dirigente scolastico e referente dell’Ufficio Studi della Direzione scolastica regionale  e da anni ricercatore nel campo dell’architettura scolastica. Esperto a livello nazionale.

Paolo Mottana docente ordinario di filosofia dell’educazione alla Università Bicocca di Milano Titolare del blog “Controeducazione”.

Luigi Gallo ingegnere e docente, parlamentare del M5S alla camera.

La scuola del mercato.

Che bisogno c’è dell’attuale sistema scolastico italiano e globale? Perché costruire ancora reclusori scolastici? Anche nel clima convulso, confuso e sostanzialmente gattopardesco post elettorale non  vedo all’orizzonte chi provi concretamente a cambiare le cose in fatto di educazione e luoghi per apprendere. Colgo l’occasione di un dibattito emerso tra innovatori governativi, ingenui innovatori dialoganti e rivoluzionari sottili della scuola, per alcune riflessioni politiche.

Almeno in Italia non c’è nessun partito o movimento che sieda in Parlamento che prospetti qualcosa di diverso dall’attuale sistema scolastico, più o meno riformato, fintamente rivoluzionato o edulcorato e adattato alle proprie ideologie. Ricordo co un certo sgomento la “Fiera” di Didacta, i suoi anfitrioni politici, istituzionali e aziendali. Ma anche l’erba del vicino non è più verde. Learning world, Quatar foundation, Edulearning, Avanguardie educative e tante altre sigle care al mercato non promettono nulla di nuovo o di buono. Della destra ormai canonica o di stampo neodemocristiano conosciamo i danni più eclatanti ed attuali a partire da Moratti e Gelmini fino a Giannini e la “Buona scuola”. Non citiamo la destra xenofoba e nazionalista della Lega e di altri cespugli neofascisti per pudore abìnche se le loro idee pseudoinnovative sono oggi sulla cresta dell’onda. Il nuovo che avanza dei movimenti eteroguiudati non si discosta dalla visione  liberal liberista dell’educazione e  dell’istruzione perché non ha mai dichiarato nè agito per rinunciare alla convenzione schiavista e  imperante del libero mercato.Le loro ricette sono solo, in sostanza, più soldi, più legami col mondo delle imprese, più modernità ma sempre nel recinto dell’economia di mercato. Al di là dell’abolizione di alcune riforme vigenti su cui non si può non essere d’accordo non vedo altro di rilevante. I programmi aleatori, apparsi e scomparsi nel tempo sono in fondo chiari anche nella loro fumigine e propongono una serie di domande retoriche fondamentali.

  • L’edilizia scolastica rimane edilizia scolastica solo con più investimenti per rabberciare l’esistente e costruire ancora nuove scuole?
  • Viene auspicata la diffusione obbligatoria di internet  nelle scuole senza alcuna proposta sulla qualità ed onestà della rete e sul suo ruolo nell’educazione?
  • L’insegnamento obbligatorio dell’inglese  dall’asilo serve ad aumentare la sudditanza all’ anglosassone linguaggio predatorio della globalizzazione?
  • La proposta di  insegnamento a distanza via internet non ricorda  il disastro dell’e-learning e tutti i suoi guai indotti da un ventennio?
  • L’ integrazione università-aziende per aumentare la sudditanza al mercato ed ai bisogni dell’impresa che non ha mai perso il vizio di voler fare della scuola una sua gregaria priva di autonomia?

Non c’è qualcosa di veramente nuovo all’orizzonte? Purtroppo tra i partiti italiani (come sempre) c’è solo una guerra per bande all’interno dello stesso recinto condiviso che è quello del mercato e del capitalismo che nessuno realmente vuol combattere se non con le rare ed effimere parole degli slogans. Una idea vera e nuova di educazione  aborrisce il mercato per ragioni di libertà e di autonomia del pensiero che si forma e sarà forse l’unica via per liberare i cittadini e le città dalle prigioni dei luoghi comuni, dai flautimagici della politica sempre serva di qualcuno o di qualcosa e dall’idea perniciosa della tensione al successo ad ogni costo che ipoteca qualsiasi anelito di crescita e di libero apprendere nel mondo.

Un’ educazione diffusa che salti a piè pari il concetto attuale di scuola, potrà liberare le future generazioni da ogni galera, reale o virtuale che sia, in una città e in territori nuovi  dell’apprendere  insieme ciò che veramente serve a noi stessi, alla comunità, alla natura che ci ha generati e che si aspettava molto di più da noi. Ma intanto piccole e grandi realtà, grazie ai nuovi architetti-mercanti continuano a progettare e costruire nuovi e brutti “muri” scolastici.

Giuseppe Campagnoli 6 Agosto 2017

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