Charlie Hebdo. Matite scomode.

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La vignetta in evidenza non è di Charlie Hebdo ma di un giornale tunisino. Nessuno ha detto nulla? E’ più sottile e forse anche più irriverente di quella d’oltralpe. La satira è spesso scomoda e qualche volta feroce. Altrimenti sarebbe umorismo spicciolo e basta. Ricordo quando Charlie pubblicò una vignetta quasi identica ad un nostro disegno che gli avevamo inviato su Daesh ed un’altra sulle stragi del mediterraneo. Abbiamo letto dai tempi di “Je suis Charlie “e anche prima molti numeri della rivista. Abbiamo scorso articoli e saggi, non solo guardato le figure! Questo avrebbe dovuto fare chiunque per criticare e stigmatizzare a ragion veduta. Ogni vignetta ha la sua storia e va vista in un contesto di scritti e di idee. La caratteristica di CH è di essere ultralaico e ultraesplicito perciò che riguarda la politica, il sesso, le religioni, le debolezze umane, compresa la morte che è uno degli aspetti fondamentali della vita e come questa va rispettata ma può al contempo essere descritta, esagerata, satireggiata anche proprio per esorcizzarne il potere assegnatole dalle superstizioni e dalle credenze popolari come le religioni spesso per nascondere le cattive ragioni che l’anno provocata prima del tempo. Si può dire che una vignetta è brutta o mal riuscita, che tiene poco o affatto conto della sensibilità delle persone ma non mi è mai parsa violenta o razzista. Anche noi italiani, spesso, nella satira  (ricordiamo Il Male..) adoperiamo gli stereotipi dei popoli che prendiamo di mira e non disdegnano di essere cinici descrivendo con l’ironia o il sarcasmo del racconto satirico le disgrazie  lontane da noi.  Le persone intelligenti sanno che il più delle volte si tratta del ricorso ad una metafora e non si offendono. Che non possiamo fare a meno della pasta ovunque e comunque non è un segreto come non lo è che le varie mafie abbiano contribuito non poco a ricostruire  il dopo-terremoti italiani  mentre il sangue delle persone uccise dal sisma diventa spesso oggetto di speculazione e di cinico mercato.E queste non sono vignette ma azioni.

Quando fa gioco e moda Je suis Charlie e quando mi tocca direttamente o indirettamente  Je ne suis plus Charlie. E’ comodo.

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Lo scopo di Charlie Hebdo è di denunciare e scandalizzare per far pensare. E invece ha solo guadagnato insulti ed improperi, a nostro avviso ingiusti, da chi non ha capito lo spirito di una vignetta comunque brutta o reazioni scomposte come quella del nostro ineffabile ministro dell’interno. La satira è anche impietosa.

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Lo stesso Charlie ironizzò sul dolore che li colpì atrocemente, persino con una vignetta sui funerali dei loro compianti amici e colleghi. Ironizzò anche sulle stragi di Parigi, Nizza e Brussels, su Maometto, il Papa e gli Ebrei, i morti del mediterraneo, in Siria e in Iraq..Hanno detto qualcosa gli italiani? Per capire CH bisogna leggere i suoi articoli e tutte le vignette ogni settimana. Castigat ridendo mores et terribilia. Resta il fatto che comunque non ci saranno forse più le ciniche e malefiche telefonate intercettate degli avvoltoi affaristi  ma più in sordina stanno guadagnando osti, trattori e archichefs in Italia e altrove con le loro ricette all’amatriciana di interessata carità e tutti i possibili sciacalli italici dei media, dell’ ingegneria, architettura, geologia,esperti  ed espertacci, costruzioni & Co.Chi è l’ipocrita? Non riproporremo le vignette che tanta sollevazione di popolo e di benpensanti hanno generato ma ne proporremo altre, nostre e loro, per capire. Parce sepultis.

Giuseppe Campagnoli

 

 

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4 commenti su “Charlie Hebdo. Matite scomode.”

  1. L’articolo mi piace, anche se non condivido alcuni punti. Sono d’accordo sul fatto che la vita è la morte sono inscindibili e quindi ci si può sbizzarrire, ma penso che ci sia una soglia da non superare. Quindi no alla vignetta sul terremoto ma anche a quelle sugli immigrati morti affogati nel Mediterraneo e a tutti i morti per guerre e fame e terrorismo et similia. E non mi sento ipocrita per questo. Poi ripeto ci si può sbizzarrire su qualsiasi0 argomento. Ma bisogna rispettare la sensibilità di chi soffre. La vera ipocrisia è quella che ben conosciamo e che tu stesso hai sottolineato. Da giorni e giorni siamo bombardati da parole e parole, tizio ha detto, Caio ha fatto, sempronio ha promesso… ma parlassero meno ! Voglio vedere alla resa dei conti cosa resterà di tutto questo bla bla bla. E allora altro che satira ci vorrebbe!

    1. Bene. Comunque ripeto: di CH bisogna comprendere lo spirito. La vita e la morte sono
      le facce di una stessa medaglia. Si rispettano entrambe, a volte forse di
      più, anche in modi
      non ortodossi. Per avere un’idea attendibile su CH occorre leggere anche gli articoli. Le vignette da sole non bastano.

      1. Poniamo una domanda scomoda: chi fra di noi si è sentito veramente indignato per le vittime del terremoto, e chi invece per il palese accenno agli0 italiani mangia-pasta? Diciamo che si è sentito un pò preso in giro sia pure nella corale condanna al mancato rispetto per terremotati?

  2. Ora però mi viene un dubbio: la vignetta è brutta, d’accordo, ma se fosse stata più… come dire… ruffiana, quanti si sarebbero scandalizzati? Non è forse vero che un piatto mediocre ma impiattato artisticamente sembra più buono? Almeno ai palati poco esigenti.

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