Italiani e francesi.Parenti serpenti?

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E’ di questi giorni una specie di contesa a distanza sul savoir faire, sulla correttezza politica ma anche sull’opportunismo mercantile di due nazioni come l’Italia e la Francia (Renzi e Hollande) difronte alla visita del premier iraniano Rohani. Gioielli segreti si, gioielli no, maiale si, maiale no, champagne si, champagne no. In sottofondo si percepisce una sempre quella rugginetta storica tra cugini europei. A tal proposito, proprio ieri mi è giunto un racconto privato lucido, dettagliato ma esauriente  sugli stereotipi d’oltralpe verso l’Italia, questa volta, per paradosso, indirizzati al meno italiano degli italiani per indole e difetti, una specie di eccezione virtuosa (come del resto ce ne sono più di quanto si possa pensare). Un giovane studente Erasmus bravo, impegnato ed educato, che per scelta salutista e di piacere personale non beve, non fuma e non si fa di caffeina, alloggiato presso una famiglia (a pagamento e non proprio a buon mercato) per il suo periodo di studi a Parigi viene invitato a cena dalla sua ospite decisamente cortese, disponibile e simpatica (come del resto anche altri commensali). Nel consesso spicca ahimè invece, unico, un anziano galletto che appena può, in un crescendo poco comprensibile se non ricorrendo ai fumi di champagne, investe il povero ragazzo malcapitato, che cerca di difendersi nei limiti dell’educazione che altri dimostrano di non avere, con battute sarcastiche e pesanti sul suo non bere e non fumare e soprattutto sul suo essere italiano (mama mia! italiani coglioni! colpevoli di tutti i mali d’europa! se non bevi e non fumi almeno fai sesso? gli italiani non sono così!). Nel procedere del discorso sempre più incalzante e spinto dallo pseudoscherzoso al decisamente isterico e cattivo, si scopre che l’ineffabile parente sarebbe un insegnante di matematica in pensione, sedicente socialista e persino laico ed ateo.

Non sto a descrivere l’amarezza e la delusione del nostro studente, che ha provato da solo  a rintuzzare gli attacchi (!) provocatori e sostanzialmente stupidi di un interlocutore che avendo probabilmente il triplo dei suoi anni avrebbe dovuto mostrare la saggezza propria di quell’età, del suo vecchio mestiere di educatore e delle idee che dice di professare. Il dispiacere alla fine del convivio è stato forte anche per la mancata solidarietà  degli altri commensali, gentili, in evidente imbarazzo ma abbastanza omertosi e inerti rispetto alla antipatica situazione, proprio come certi italiani. Il linguaggio scurrile e gli argomenti antiitaliani del figuro facevano meravigliare per lo stridore con il suo professarsi progressista, laico e di sinistra. Verrebbe da dire Mon Dieu de la France…con tutto quel che segue se non fosse che per noi, di buon senso, non basta un rappresentante, seppure illustre, dell’ignoranza e dell’inciviltà transalpina a farci cambiare idea su un intero popolo che con il nostro ha condiviso per secoli cultura, storia e civiltà  e che oggi soffre la violenza e il terrore anche per le colpe storiche di una Europa colonialista da una parte e del suo essere patria illuminista della laicità dall’altra. Ricordo non a caso il pensiero ammirato del mio concittadino Leopardi nei confronti della Francia che pure all’epoca aveva invaso a più riprese le nostre terre con la scusa sempre tanto abusata nella storia di “liberarci”. Una consolazione comunque c’è: pare che il signore in questione fosse in partenza per una emigrazione definitiva in Thailandia: ” la terra dei sorrisi”!

 

Giuseppe Campagnoli

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