Le religioni,le parole, l’interpretazione, il dominio che si giova dell’ignoranza.

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Giordano Bruno non sarebbe piaciuto a Daech ai sionisti, agli emiri, agli ulema e agli imam
 così come non piacque alla Chiesa Cristiana.

Ancora una  riflessione che mi fa eco sulle religioni e sulla loro benefica o nefasta influenza nella storia dei popoli. I pensieri sono indotti vieppiù dalle tragedie dell’Europa, del Medio Oriente e del Mondo in nome delle religioni, delle superstizioni e di talune ideologie, non ultima quella del mercato. Il linguaggio dei testi che riportano la voce e le narrazioni di uomini che sostengono (senza prova alcuna) di aver ricevuto messaggi da una divinità o da chi parlasse in suo nome (!!) e rivolte ad altri uomini è importantissimo e spesso non occorre interpretare nulla per quanto è chiaro, senza ricorrere alle metafore. Le frasi composte da soggetto, predicato e complemento che si ripetono come mantra, giaculatorie, cantici, sure o rosari non si prestano a dubbi. Basta leggere e capire la lingua. La lettura dei testi è fondamentale e l’invito ad approfondire commentari chiose  o la scusa di una interpretazione autentica, nascondono spesso profonde ambiguità di comunicazione, ipocrisia e mala fede. Se i testi si dice fossero stati scritti per il popolo  giocoforza dovrebbero essere più che chiari ed immediati. Piuttosto occorre collocare la lingua nei tempi in cui ha avuto origine e in quelli in cui è stata revisionata o trasformata per adattarla ai mutamenti dell’umanità. La questione è solo nella lingua e nei costumi che si evolvono, seppure non dovunque e per chiunque.

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Alcune frasi e precetti  sono inequivoci e non si prestano ad altre  interpretazioni se non la semplice lettura. Andrebbe  ribaltato spesso il loro significato pregno di superstizione e iniquità, riportato alla natura e aggiornato nella scienza e nella storia,  per dire che:

  • i popoli non si rivolgono ad un solo dio, che questo non ha l’esclusiva (anche perché è elevatissima la probabilità che non esista affatto…) e  si ha la libertà assoluta anche di non credere se non nella natura,
  • nessuno può uccidere o perseguitare nessuno in nessun caso e per nessuna ragione, tanto meno se crede in altro o non crede affatto,
  • non bisogna solo fare l’elemosina per sentirsi a posto con la povertà ma bisogna combatterla insieme alla ricchezza spesso frutto di crimini anche disgustosi,
  • la proprietà, anche ereditata, è un furto quando acquisita con sfruttamento, dominio e prevaricazione,
  • solo se uno lo desidera e lo sente profondamente deve pregare ogni giorno e visitare santuari e città sante,
  • la religione è un fatto privato e non può esistere una legge di qualsiasi sito ad essa ispirata

 

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In tutte le comunità, le famiglie e le scuole del mondo dovrebbero essere insegnati questi principi.

Forse qualcosa cambierebbe?

Giuseppe Campagnoli

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