Archivi categoria: Letteratura

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Un racconto dell’Islam e oltre…

La fede è l’aver fiducia cieca e irrazionale in chi ti racconta storie sull’essenza della vita.

Osservando i terribili fatti di oggi ripropongo la mia lettura in francese del libro di Tahar Ben Jelloum “L’islam expliqué aux enfants (et à leurs parents)”-éditions du Seuil 2002. Mi piace fare qualche considerazione “en passant” senza essere condizionato dagli avvenimenti degli ultimi giorni.

Ho commentato con degli appunti spurii il testo per evidenziare qualche contraddizione ed alcune affermazioni che mi paiono peccare di qualche sciovinismo culturale. Sappiamo bene quale importanza storica e culturale abbia avuto e quali gravissimi peccati abbia commesso la religione cristiana. Intellettuali e storici, compresi quelli cattolici lo hanno ammesso e hanno in qualche modo chiesto venia, spesso con fermezza e decisione. Fa lo stesso chi scrive e parla di islam? Delle tre affini religioni rivelate è originale constatare che due hanno avuto un messia riconosciuto: Gesù e poi Maometto che parlavano lingue un po’ diverse asserendo di esprimersi in nome del stesso Dio, l’altra sta ancora aspettandone uno. E il bambino cui si rivolge Tahar, con la spontaneità, l’innocenza e la verità infantile esclama: “Come obbedire a qualcuno che non si vede?”  Continua la lettura di Un racconto dell’Islam e oltre…

Italiani. Déjà vu? Remake (2)

di Giuseppe Campagnoli

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Gli italiani. Dèjà vu

(libera traduzione e parafrasi in chiave moderna del “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani” di Giacomo Leopardi)

Seconda puntata

In Italia  manca  una vera società civile.

Dovrebbe essere uno degli strumenti principali che restano agli uomini per  non concepire solo la vanità delle cose, ed essere convinti della frivolezza di qualsiasi occupazione effimera  come  del fatto che la vita non sia degna di essere vissuta se non c’è fatica e impegno.

L’uomo per sua natura imita e segue gli esempi…

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La società civile

Non si libera anche dopo l’emancipazione (seppure arriva mai ad essere emancipato) dal vincolo delle convinzioni e del modo di pensare  degli altri.

In genere imita i suoi simili e prende esempio da loro.

La maggior parte del comportamento umano, del suo carattere, delle sue abitudini e in genere  della sua intelligenza e del modo di pensare, dipende, si regola e si trasforma in base all’esempio degli altri, soprattutto di quelli accanto a cui si vive.

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Il manifesto del Festival di Cannes

Finalmente un bel manifesto che mette insieme tante arti: l’architettura, la letteratura, il cinema, la fotografia, la natura. Sarà che Adalberto Libera  è il mio architetto preferito tra i non-architetti e poeti nel movimento moderno dopo il mio maestro Aldo Rossi e che l’accostamento con Capri, Curzio Malaparte e Jean-Luc Godard mi piace molto, tanto che ho apprezzato la scelta e il taglio artistico del manifesto. Solo Vincenzo Mollica di solito ineffabile incensatore urbi et orbi  critico dell’effimero e del nulla sugli altari dei media nostrani, sul TG1 si è espresso inaspettatamente e sorprendentemente contro il manifesto con troppa decisione per uno come lui. Misteri del giornalismo o della senectute.

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Non mi piacciono i concorsi e i festivals, e Cannes non fa eccezione, perché sono diventati specchio del mercimonio più che della cultura e dell’arte e vetrina del business neoliberista degli USA e dei capitalismi emergenti nel mondo. Non mi piace quando un’arte diventa industria perché non è più un’arte: è altro. Ma del resto oggi sta succedendo a tutta la cultura. Parliamo allora di mostre, eventi e kermesses commerciali solo come una qualsiasi esibizione di prodotti del mercato rivolta a dei compratori, molto spesso incolti.

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Quando però, per avventura, c’è qualcosa di buono in mezzo all’oglio non bisogna buttare via tutto. E questo è il caso. La bella casa sulla roccia ci dice che Capri è sempre Capri e che l’architettura moderna poteva avere solo il background culturale europeo  dei sempre nuovi stili nel vecchio continente pieni di poesia e poveri di tecnica. Un luogo magico anche per Malaparte e Godard lontani ma vicini su quella scala da e verso il mare  e il cielo con la musica delle onde.

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Giuseppe Campagnoli

Maggio 2016

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