Le dame velate dell’islam

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Gli esibizionisti del velo.

Prendendo spunto da un episodio avvenuto a Sciences Po a Parigi, Charlie Hebdo è intervenuto sul tema dell’ipocrisia e del velo islamico. Abbiamo tratto una sintesi dal pezzo di Gérard Biard.

“Smettiamola di girare intorno al velo. Smettiamola, soprattutto, di vederlo per ciò che realmente non è: uno strumento di emancipazione, o per quello che non è più: l’espressione innocente di un credo religioso.”

L’happening presso Scienze politiche a Parigi,una scuola destinata a formare giornalisti, ricercatori, analisti politici e…presidenti de la République, consisteva nell’invitare tutti gli studenti ad indossare il velo per vedere l’effetto che fa con una motivazione pseudo egalitaria.

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“Nessuno di questi futuri “esperti” così voglioso di sperimentare che cosa provi una donna che indossa il hijab sembrava preoccupato di come cosa siano  costrette a sopportare le donne che rifiutino di portarlo in Iran, in Arabia Saudita, in Afganistan o anche in certi quartieri in Europa. Eppure  sono milioni nel mondo coloro che vivono sotto la minaccia permanente di vedersi insultare, colpire, arrestare, torturare se non accettano il “pudore” e la “decenza” che dei religiosi totalitari vogliono imporre loro.”

Vignetta di Charlie Hebdo ispirata ad una idea di Giuseppe Campagnoli 2013

Gli ipocriti non si sono chiesti nulla di tutto questo né si sono resi conto del mostro che avevano di fronte.

“Il velo islamico è una bandiera. Non è un caso se  nei paesi musulmani è dalla sua lunghezza che si può misurare il grado di oscurantismo del regime. Non è un caso se l’imposizione del velo fu una delle prime misure prese dai mullah iraniani giunti al potere nel 1979, come non è un caso se il Grande Turco Erdogan ne voglia estendere ogni giorno di più l’obbligo ad indossarlo. Nei paesi dove è al potere l’islam politico il velo è imposto con la forza”

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D’altronde è la strategia del fatto compiuto e dell’abitudine che stanno prendendo piede e allora le ipocrisie e le imposture dilagano tra gli intellettuali e i politicamente corretti : il velo è una moda, è un diritto, è femminista, è antirazzista e anti islamofobo! Tutti fanno a gara in Francia (per ora) per organizzare giornate del velo, del hijab (come a Science Po) “I veli svelati: pudore fede ed eleganza” come a Lione.

“Il hijab invece è lo strumento ideale per creare confusione ad arte tra islamismo e islam. Si pretende di definire una identità e ci si permette anche di dire che se si attacca una ideologia politica si attaccano tutti i mussulmani. Così come la kefiah è il simbolo militante della causa palestinese, la hijab è il simbolo militante dell’islam politico. Con una sola differenza evidente; se il primo si richiama all’emancipazione e all’autodeterminazione di un popolo il secondo è una ingiunzione alla sottomissione!

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Giuseppe Campagnoli da Gérard Biard

Charlie Hebdo 27 Aprile 2016

 

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