Italy in a day. Recensione sottile.

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di Giuseppe Campagnoli Giuseppe-Campagnoli

Si potrebbe definire il libro Cuore 2.0. Note evidenti di videomakers professionali malamente dissimulati e di filmini domestici in un mixer un po’ improbabile, troppo lungo e a tratti perfino noioso e prolisso. Un po’ dell’Italia di Soldati, di quella di Gergoretti e Specchio Segreto.  La vena “americana” benedetta da Ridley Scott è tradotta in salsa di italico stereotipo, mentre abbondano paesaggi domestici, urbani, rurali e meteorologici inopinatamente tutti collocabili il 26 Ottobre 2013. Ruffiano l’intervento dell’astronauta. Abbiamo notato qualche punta di voyeurismo da social network che tradisce il giovanilismo di chi ha scelto e montato i pezzi. Non ne esce, come sostiene il regista, un’Italia rassicurante e piena di speranze. Piuttosto ci è apparsa una nazione rassegnata alla contemplazione dei suoi eterni vizi ed alla melassa della commozione da fiction. Non emerge la creatività ma il luogo comune e molta, troppa esibizione, spesso anche evidentemente artefatta. Alla fine spiace constatare come il film rischi seriamente di consolidare l’idea di un paese in declino, fatto di pochi santi, eroi e navigatori ma, ahimè, di molti conformi esibizionisti  e mammoni. Un paese che, sottotraccia, conserva le profonde ingiustizie sociali ed economiche e pare, con masochismo mediterraneo, compiacersene piuttosto che reagire. Non vorrei ripetermi ma, di positivo, ho riconosciuto “in nuce” molte delle riflessioni leopardiane datate 1824 nel suo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”.

Giuseppe Campagnoli

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