Edilizia scolastica. La priorità del Governo Renzi. Ma la partenza è già con il piede sbagliato!
Proponiamo uno stralcio del saggio di Giuseppe Campagnoli sulla rivista “Le Voci della Scuola” 2010 Tecnodid Napoli
L’edilizia scolastica in Italia è raccontata da leggi e regolamenti che ne hanno improntato, in parte, la fisionomia. La norme fondamentali dell’attuale modo, spesso solo tecnico ed economico,di progettare e costruire scuole sono ancora quelle degli anni ’70, in particolare il Decreto del 18/12/ 1975 n°18 che, per la prima volta, ha fissato i parametri dimensionali e le regole per la localizzazione e la progettazione “tecnica” delle scuole di ogni ordine e grado con qualche implicita impronta pedagogica e molte rigidezze.
Per ogni tipologia scolastica vi sono descritti i parametri urbanistici, dimensionali e di comfort da rispettare e vi sono indicazioni e suggerimenti utili alla progettazione: un manuale tecnico vero e proprio contenuto in una norma che non sempre è tuttora pienamente attuata anche se,in parte,superata.
I progettisti si attengono ancora a quelle indicazioni per avviare la loro attività di progettazione, passando poi per tutta la teoria di norme successive, soprattutto specialistiche e riguardanti in particolare, la sicurezza, il contenimento energetico, il confort ambientale,il superamento delle barriere architettoniche.
Gli interventi normativi strategici sono stati rarissimi e di solito non sono stati seguiti dai provvedimenti indicati nei tempi previsti.
Ulteriore Legge che poteva essere una “cornice” dentro la quale aggiornare le indicazioni tecniche del Decreto del 1975 e fornire indicazioni rigorose sulle competenze è stata la Legge n° 23 del 1996 la cosiddetta Legge Masini , che nonostante i suoi difetti ( come la conservazione della divisione di competenze tra enti locali e la mancanza di direttive pianificatore e progettuali) costituiva l’avvio di una ricognizione seria e di una programmazione degli interventi nel territorio prefigurando una nuova normativa progettuale e tecnica nazionale fondata sulla capacità di adattamento degli edifici alle innovazioni pedagogiche e didattiche e sulla partecipazione reale ma non demagogica del mondo della scuola nelle fasi della progettazione.
Tutte le disposizioni successive hanno riguardato adeguamenti alle Direttive europee sulla sicurezza ed al contenimento energetico e la determinazione di allocazione di esigue risorse economiche in genere legate a queste norme ed ai tentativi di superamento di situazioni di emergenza.
La pedagogia e le innovazioni didattiche e tecnologiche in campo educativo sono state scarsamente protagoniste nelle azioni dei vari governi nel campo dell’edilizia scolastica mentre hanno ispirato la ricerca e il dibattito (anch’essi per la verità scarsi) sul valore degli spazi dell’apprendere e sulla loro incidenza sulla qualità del servizio scolastico.
La costruzione di scuole o la loro trasformazione seguono troppo spesso le sole esigenze di crescita demografica o di adeguamento alle norme sulla sicurezza. Dopo ogni azione di ricognizione ministeriale sullo stato del patrimonio edilizio scolastico (censimenti o le anagrafi si sono susseguite dagli anni ’90 in poi) non è mai seguito un adeguato intervento di investimenti per la progettazione o la riqualificazione architettonica. Si sono messe in campo sporadiche azioni palliative e di tamponamento soprattutto delle emergenze tecnologiche e, purtroppo, dopo qualche fatto di cronaca drammatico che ha coinvolto le scuole in ordine a problemi di sicurezza.
Non vi sono stati investimenti “a tutto campo” coordinati tra tutti gli enti in qualche modo competenti. La Legge N° 23/96 determinò un riassetto delle competenze affidando alle amministrazioni regionali la pianificazione degli interventi attraverso la elaborazione di piani triennali in cui individuare gli interventi identificando e ripartendo le risorse tra gli altri enti competenti (comuni per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e province per le secondarie di secondo grado) e lo Stato che interviene a livello perequativo.Ma le azioni sono risultate scoordinate (anche per la parcellizzazione delle competenze nel territorio) insufficienti e sempre più spesso determinate dall’emergenza.
Secondo una attendibile analisi, se un edificio scolastico nuovo di 12 aule, caratteristiche tipologiche standard,progettato con criteri di economia e biocompatibilità, puo’ costare poco più di 3.000.000 di Euro, considerato che si può ragionevolmente ritenere irrecuperabile buona parte del patrimonio edilizio disponibile perchè fatiscente, non adeguabile, tipologicamente inadatto, collocato in zone a rischio o in locazione da privati, si puo’ ragionevolmente stimare, in base alla popolazione scolastica globale ed agli standards di affollamento, un fabbisogno di almeno 150.000 aule per un costo di poco meno di 37 milardi di Euro.
Attraverso il coordinamento dei piani triennali regionali in una pianificazione nazionale straordinaria e il concorso di tutte le istituzioni, si potrebbero raggiungere investimenti pari agli altri paesi europei e,in poco più di un decennio, iniziare a rinnovare quasi tutto il patrimonio architettonico scolastico tra nuove costruzioni, adeguamenti, ampliamenti e ristrutturazioni.Solo nell’ultimo piano nazionale (dal CIPE),viste le emergenze relative alla sicurezza, il sisma in Abruzzo e i ricorrenti fatti di cronaca d’emergenza, l’investimento, che di norma non superava i 500 milioni di euro in un triennio si potrà arrivare a quasi un miliardo di Euro per il triennio 2007-2010.
Si consideri che la stessa Protezione Civile ha stimato un fabbisogno di 13 miliardi di Euro per la sola messa a norma di tutte le scuole.
Un’idea di scuola e di società che si evolvono continuamente richiede una idea di architettura autonoma, capace di adeguarsi alle trasformazioni pedagogiche e nomative utilizzando la flessibilità, uno stile durevole, le potenzialità delle nuove tecnologie costruttive insieme al significato del recupero di materiali e forme tradizionali, l’integrazione con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per estendere gli spazi al di là dei loro confini.
La scuola come palestra della ricerca in campo di sostenibilità ed ecologia, di sicurezza ed innovazione didattica, di promozione della cultura in contatto con l’intorno sociale in cui insiste e con l’intera città che la ospita è la scommessa per il futuro.
Si deve auspicare che la politica e l’amministrazione,insieme alle categorie dei progettisti e dei costruttori ed alla comunità scolastica riescano a condividere una pianificazione nazionale di ampio respiro che possa dettare linee guida improntate a principi urbanistici,architettonici e pedagogici, con il dovuto grado di flessibilità e di adattabilità ai contesti storici e territoriali ed alle trasformazioni ed innovazioni educative e didattiche. Si dovrebbe giungere a delegare ad un unico ente locale (il comune o l’unione di più municipalità) la realizzazione di tutti gli edifici per le scuole di ogni ordine e grado, superando così anche conflitti di competenze e sperequazioni tra tipologie di scuole e di territori. Sarebbe altresì utile che a pianificare le reti dei servizi scolastici e a progettare le scuole fosse individuato, a livello normativo, un team obbligatorio pluridisciplinare di figure professionali che comprendano, insieme al tradizionale gruppo dell’ingegnere dell’architetto e del geologo, anche l’urbanista, l’esperto di pedagogia e didattica, il dirigente scolastico e il direttore amministrativo,lo specialista di architettura sostenibile e contenimento energetico,l’esperto di tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Come dire,con il proverbio che il risultato è garantito sotto il profilo economico,funzionale ed architettonico nella metodologia del “cento misure e un solo taglio”!”
Indicazioni bibliografiche
Università “La Sapienza” Roma
“Una Nuova Idea di scuola”
Riferimenti bibliografici per una ricerca sull’architettura delle scuole
Roma 2009
Giuseppe Campagnoli
“L’architettura della scuola” Franco Angeli Milano 2007
Alan B. Ford
“Sustainable School” Images Publishing,Mulgrave 2007
Casabella
Monografia
AA.VV. “Scuole del Secondo Novecento”
Electa Milano Dicembre 2006
Riccardo Merlo,Falsetti Franchino
“L’edilizia scolastica”
La Nuova Italia Scientifica,Roma 1994
Fausto Ermanno Leschiutta
“Frammenti di scuola2
Edizioni Kappa Roma 1989
Renato Airoldi
“Manuale di Edilizia Scolastica”
Nuova Italia Scientifica 1982
Pasquale Carbonara
“Composizione degli edifici”
Sezione 7 “Gli edifici per l’istruzione e la cultura
Unione Tipografica Editrice Torinese 1975
Uberto Siola
“Tipologia e Architettura della Scuola”
Edizioni Scientifiche Italiane Napoli 1966
Aldo Rossi
“L’architettura della città”
Marsilio Editore Padova 1966
Alberto Sartoris
“Luci sulla scuola Moderna”
Emo Cavalleri,Como 1940
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